La desertificazione commerciale non è più un fenomeno marginale o circoscritto a poche aree in difficoltà: è un processo profondo, che sta trasformando i nostri centri urbani in modo lento ma costante. Strade un tempo vive, ricche di attività, si ritrovano oggi segnate da serrande abbassate e locali sfitti; piazze e quartieri perdono attrattività, servizi e sicurezza; i cittadini faticano a riconoscersi in luoghi che non rispecchiano più la vitalità del passato.
Quello che stiamo osservando non è semplicemente il calo temporaneo di alcune categorie commerciali, ma un vero e proprio cambiamento strutturale del modello urbano, legato a dinamiche economiche, sociali e demografiche che si intrecciano e si alimentano a vicenda.
Perché i locali sfitti sono un problema urbano (non solo commerciale)
La presenza diffusa di locali sfitti produce effetti che vanno ben oltre il commercio. È un tema di rigenerazione urbana, di attrattività territoriale, di coesione sociale:
- Impoverimento del tessuto di prossimità: meno negozi significa meno servizi essenziali raggiungibili a piedi, soprattutto per anziani, famiglie e persone senza auto
- Calo della sicurezza percepita: un’area con molte serrande abbassate viene percepita come più insicura, anche quando non lo è
- Perdita di identità e di comunità: il commercio locale genera relazioni e presidio sociale; la sua perdita crea anonimato e frammentazione
- Impatto sull’attrattività urbana: investitori, visitatori e residenti percepiscono immediatamente quando un’area è dinamica o in declino
- Inefficienza nell’uso degli spazi: centinaia di metri quadri inutilizzati generano degrado, mancato valore economico e spreco di potenziale
Si tratta, quindi, di un tema che tocca direttamente la qualità della vita e la capacità di un territorio di progettare il proprio futuro.
Un problema sistemico che chiede soluzioni sistemiche
Molti dei fattori che alimentano la desertificazione commerciale non possono essere affrontati singolarmente:
- cambiamento delle abitudini di acquisto
- concorrenza di e-commerce e grandi poli commerciali
- aumento dei costi di gestione
- rigidità contrattuali degli immobili
- invecchiamento della popolazione
- politiche fiscali poco coordinate
- trasformazioni nella mobilità urbana
Per questo la problematica non può essere gestita solo con contributi straordinari o incentivi spot: servono strategie di sviluppo urbano integrate, che coinvolgano amministrazioni, associazioni di categoria, proprietari immobiliari e realtà imprenditoriali.
Negli ultimi mesi anche Confcommercio ha lanciato un forte segnale, mettendo il tema della desertificazione commerciale al centro del dibattito nazionale. L’intervento del presidente Carlo Sangalli — citato anche sui principali quotidiani — va proprio in questa direzione: riconoscere che la desertificazione è un problema strutturale e che servono politiche organiche, non misure occasionali. Confcommercio sta infatti promuovendo proposte mirate, che includono:
- strumenti per facilitare la riapertura dei locali sfitti attraverso accordi con i proprietari
- modelli per rigenerare lo spazio urbano e migliorare vivibilità e attrattività dei quartieri
- sostegno all’innovazione delle imprese di prossimità
- collaborazione con i comuni per definire strategie territoriali integrate
Il segnale è chiaro: il commercio di vicinato non può essere lasciato solo, e la risposta deve essere coordinata fra tutti gli attori del territorio.
Eur&ca e WeProject: portare ai territori strumenti per invertire la rotta
In questo scenario, Eur&ca e WeProject hanno una funzione chiave: supportare Comuni, Distretti del commercio e territori nell’impostare strategie concrete di rigenerazione urbana e riattivazione degli spazi.
Le amministrazioni spesso hanno la volontà, ma mancano di strumenti operativi, analitici e progettuali per intervenire su un fenomeno così complesso. Qui possiamo intervenire con:
- mappature e analisi dei locali sfitti, integrate in strategie territoriali
- piani di rigenerazione urbana con obiettivi e misure chiare
- modelli di gestione aggregata degli spazi, anche attraverso incentivi o formule innovative
- progetti di marketing territoriale e posizionamento urbano
- supporto alla creazione di ecosistemi locali che coinvolgano privati, associazioni, cittadini
Il valore aggiunto sta proprio nella capacità di mettere insieme visione strategica e strumenti pratici, facilitando un percorso di trasformazione che non può essere improvvisato.
La desertificazione commerciale non è un destino inevitabile. È una sfida nuova che richiede nuovi approcci e nuove alleanze.
La buona notizia è che il tema è ormai riconosciuto anche ai massimi livelli — e che esiste un terreno fertile per costruire risposte condivise e durature.
Rigenerare gli spazi, rianimare i quartieri, far tornare attrattivi i centri urbani significa migliorare la vita delle persone e creare nuove opportunità economiche.
E ora più che mai è il momento di agire insieme: istituzioni, imprese, associazioni, territori.
Con competenza, visione, strumenti adeguati.