Scuole italiane, fotografia di un’emergenza: certificazioni mancanti, edifici vecchi e pochi servizi

Micol Oggioni
scuole

Un sistema scolastico fragile, tra eredità del passato e nuove urgenze

Un patrimonio di edifici che fatica a stare al passo con i tempi. Il nuovo rapporto 2025 di Legambiente “Ecosistema Scuola”, giunto alla XXV edizione, racconta con chiarezza ciò che troppo spesso rimane invisibile: scuole costruite decenni fa, certificazioni mancanti, impianti vecchi, differenze e disparità significative tra Nord e Sud Italia

L’indagine riguarda 7.063 edifici di Comuni capoluogo, frequentati da oltre 1,3 milioni di studenti. E quello che emerge è un Paese che, nonostante gli investimenti, continua a lasciare indietro migliaia di strutture.

A completare questa fotografia ci sono anche i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, che conferma una realtà difficile da ignorare. In più di una scuola su cinque manca il Documento di Valutazione dei Rischi, un documento obbligatorio previsto dal D.Lgs. 81/2008 pensato per tutelare studenti e personale. Nel Mezzogiorno questa carenza riguarda addirittura un terzo degli edifici, segnalando un divario che incide direttamente sulla sicurezza quotidiana.

Non va meglio sul fronte della qualità degli ambienti: solo il 7,2% degli istituti dispone di sistemi di ventilazione o climatizzazione adeguati, un dato che racconta a voce bassa — ma chiarissima — l’inadeguatezza strutturale di spazi chiamati ogni giorno ad accogliere milioni di persone.

“In tale contesto, l’ipotesi di mantenere le scuole aperte durante i mesi estivi appare difficilmente praticabile. […]”

Quella che emerge è una fotografia allarmante: un patrimonio fragile, diseguale, e troppo spesso privo degli strumenti essenziali per garantire sicurezza, benessere e continuità didattica.


Certificazioni: la sicurezza non è (ancora) garantita

La prima domanda da farsi è semplice: le nostre scuole sono sicure? La risposta del rapporto, purtroppo, non rassicura.

Solo il 45,2% degli edifici ha il collaudo statico, la certificazione che attesta la stabilità strutturale. Appena il 47,2% possiede il certificato di agibilità, cioè il documento che dovrebbe essere la base per aprire un edificio al pubblico. Emerge anche un divario territoriale significativo: al Nord la situazione è meno critica “il 63,6%, degli edifici è dotato di certificato di agibilità, mentre nel Sud la percentuale scende al 35,4% e nel Centro al 33,5%”, nelle Isole invece meno di una scuola su quattro risulta formalmente “agibile”.

Va un po’ meglio per quanto riguarda la distribuzione del certificato di prevenzione incendi, presente nel 56,6% degli edifici a livello nazionale: il Sud registra la percentuale più alta (68%), seguita dal Centro (59,7%) e dal Nord (56,4%). Le Isole si confermano in una condizione di fragilità e rischio diffuso: solo il 40,5% delle scuole isolane possiede il certificato di prevenzione incendi, mentre dal punto di vista dell’accessibilità e del superamento delle barriere architettoniche solo il 47,6% risulta accessibile - un dato molto al di sotto della media nazionale (85,4%).

Sicurezza sismica: migliaia di scuole a rischio

L’Italia è un paese sismico, e il rapporto ricorda quanto questo incida sulle nostre scuole: 2.496 edifici scolastici si trovano in zona sismica 1 o 2, le aree più pericolose. Sono ancora molti gli edifici che devono essere sottoposti a interventi di adeguamento antisismico, e solo il 3% degli edifici ha beneficiato di questa tipologia di lavori negli ultimi anni.

Manutenzione: solai fragili e investimenti che non bastano

“Negli ultimi anni, il crollo dei solai è stato tra le principali cause di incidenti nelle scuole italiane”

La manutenzione è il tema che lega la sicurezza al quotidiano. Per affrontare questa criticità, sono stati stanziati fondi specifici destinati sia alle indagini diagnostiche sia agli interventi di messa in sicurezza. Tuttavia, negli ultimi cinque anni solo una scuola su tre ha condotto indagini sui solai, appena una su dieci ha effettuato interventi di messa in sicurezza, mentre il 49,9% degli edifici è stato sottoposto a interventi di manutenzione straordinaria. Gli edifici che necessitano interventi urgenti sono il 37% del totale: significa che, entrando in quelle scuole, studenti e personale vivono ogni giorno in strutture che richiederebbero attenzioni immediate.

“I dati evidenziano come alcune amministrazioni siano in grado di trasformare gli stanziamenti in interventi concreti, mentre altre, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle Isole, faticano a tradurre le risorse disponibili in azioni efficaci. Per ridurre questo divario, è fondamentale rafforzare il supporto tecnico e amministrativo alle realtà più fragili, affinché possano pianificare, gestire e realizzare interventi strutturali in modo tempestivo ed efficiente.”

Efficienza energetica: edifici energivori e ritardi sulla transizione ecologica

Il rapporto dedica ampio spazio all’efficienza energetica, un aspetto oggi cruciale non solo per l’ambiente, ma anche per la sostenibilità economica degli edifici e il comfort degli studenti.

La situazione, però, è tutt'altro che virtuosa:

  • Solo il 16% degli edifici ha beneficiato di interventi di efficientamento.
  • Nelle classi energetiche migliori (A o B) si trova una quota minima di scuole.
  • Ben il 66,6% degli edifici certificati ricade nelle classi E, F o G, le peggiori.

La diffusione di impianti da fonti rinnovabili è al 21%: molto lontana dagli standard che ci si aspetterebbe per strutture pubbliche frequentate ogni giorno da milioni di persone.

Strutture sportive e aree verdi: servizi ancora troppo diseguali

Le scuole non sono solo muri: sono spazi di crescita, relazione, salute. Ma anche qui le disparità sono forti. Si legge nel rapporto:

“Quasi la metà degli studenti che frequentano le scuole dei comuni capoluogo non ha accesso a impianti sportivi scolastici, nonostante il diritto sancito dalla Legge 23/1996. A livello nazionale, solo il 50,2% degli edifici scolastici è dotato di palestre o impianti sportivi di base […]”

Al Sud la situazione è ancor più problematica, soprattutto per quanto riguarda l’apertura degli impianti in orario extrascolastico: un servizio che potrebbe trasformare la scuola in un vero presidio educativo e sociale.

Le aree verdi fruibili sono presenti nel 64% degli istituti, ma solo il 38,9% le usa per attività all'aperto: un’occasione mancata, soprattutto dopo gli anni della pandemia.

Servizi alle famiglie: mensa, tempo pieno, trasporti… non per tutti

Il rapporto fotografa un’Italia dove l’offerta dei servizi scolastici essenziali è un mosaico irregolare. Solo il 38% delle classi nei Comuni capoluogo è a tempo pieno (nelle Isole precipita al 16,8%), mentre il servizio di pre e post-scuola è finanziato solo dal 42,3% dei comuni ed è assente nelle isole. Di conseguenza, solo il 17,5% degli edifici scolastici riesce a offrire concretamente questo servizio.

A livello nazionale tre scuole su quattro sono dotate di mensa, ma la distribuzione è disomogenea: nelle Isole infatti solo in una scuola su tre può offrire anche questo servizio. Il trasporto scolastico gratuito è garantito dal 38% dei Comuni, con fortissimi divari. Le politiche di mobilità sostenibile (pedibus, bici-bus, piste ciclabili) restano ancora marginali, e concentrate soprattutto al Nord.

“Per quanto riguarda i progetti rivolti agli under 14 (come biblioteche, ludoteche, centri estivi), solo il 55,4% dei comuni li finanzia. Il Centro è in testa (70%), seguito dal Nord (65,7%), dalle Isole (40%) e infine dal Sud, dove appena il 20% delle amministrazioni investe in questo ambito.”

Rischio ambientale indoor: amianto e radon, minacce silenziose

Il rischio ambientale indoor resta uno dei capitoli più opachi: spesso dimenticato, ma di fondamentale importanza perché tocca la salute di chi vive la scuola ogni giorno. Molte amministrazioni non dispongono di dati completi, segnale di una scarsa attenzione o di monitoraggi ambientali ancora troppo deboli.

Su 97 Comuni capoluogo, solo 54 hanno verificato la presenza di amianto nelle scuole e appena 25 hanno concluso le bonifiche. Nonostante ciò, 372 edifici risultano ancora contaminati, concentrati soprattutto al Nord.

Anche sul fronte del radon la conoscenza è frammentaria: appena 23 Comuni hanno effettuato controlli, con 7 bonifiche totali. Restano comunque 10 scuole con presenza accertata del gas radioattivo, quasi tutte nel Nord del Paese.

Un patrimonio da proteggere, un impegno verso le generazioni future

L’obiettivo del report non è semplicemente elencare le criticità del patrimonio scolastico italiano, ma invitare a guardare avanti con uno sguardo più consapevole e responsabile. Le scuole italiane rappresentano un patrimonio diffuso, prezioso e fragile, che appartiene non solo al presente ma anche — e soprattutto — alle generazioni future. Garantire loro un’istruzione di qualità significa assicurare anche strutture di qualità, ambienti sicuri, moderni e accessibili, uguali per tutti, senza differenze tra Nord, Sud e Isole.

Per questo non bastano interventi spot, né finanziamenti episodici destinati a esaurirsi rapidamente. Serve ripensare l’intero sistema degli interventi sull’edilizia scolastica, rafforzare la capacità amministrativa, aumentare le risorse e soprattutto consolidare un’attenzione continua, capace di trasformare le scuole in luoghi che proteggono e accolgono, e non in edifici che mostrano le fragilità del Paese. Solo così le nostre scuole potranno diventare ciò che dovrebbero essere: presidi di conoscenza e opportunità, dove ogni bambina e ogni bambino possa crescere senza rischi e senza disuguaglianze.


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